Elizabeth “Beth” Short aveva solo 22 anni quando è stata trovata brutalmente assassinata tra i vicoli di Los Angeles la mattina del 15 gennaio 1947 a Los Angeles, precisamente tra la Trentanovesima e Norton Avenue in un quartiere noto come Leimert Park. La sua morte è rimasta avvolta nel mistero dopo tutti questi anni ed è rimasta impressa nella cultura popolare americana per la brutalità dell’omicidio.
L’omicidio di Black Dahlia
Riccioli neri e sorriso perfetto, la combinazione perfetta per coronare il suo grande sogno: sfondare a Hollywood negli anni delle grandi dive. Fu invece ritrovata mutilata da una mamma a passeggio con il suo bambino. Il corpo è stato massacrato e sezionato in due parti, e il viso squarciato da un orecchio all’altro. Questo apparente femminicidio ha preso il nome di “Caso della Dalia Nera”. La vittima aveva una particolare passione per il film La Dalia Azzurra, di Raymond Chandler, ed era solita appuntare una dalia tra i capelli.
Le indagini e storia
Il delitto è rimasto irrisolto, attirando periodicamente l’interesse di stampa, scrittori e registi. Venne stilata una lunga lista di presunti colpevoli tra starlette, prostitute, poliziotti corrotti. Le indagini sono state vastissime e hanno coinvolto centinaia di agenti e di detective. Alla fine, sono stati accusati sessanta uomini e pù di settant’anni dopo è ancora un caso irrisolto. Le teorie che negli anni si sono succedute sono molteplici, dalle più credibili alle più complottiste, come quella che vede in Orson Welles l’omicida.
La storia è rimasta nell’immaginario collettivo per il fascino della giovane diva e per le troppe storie che non quadravano intorno. Tra i racconti più completi sul caso vi è quello 1987 di James Ellroy, ossessionato dal “Caso della Dalia Nera” perché simile a quello di sua madre Jean, uccisa quando lui aveva 10 anni.

In copertina: foto da Getty Images