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CULTURA

Camminare con il telefono in mano: per la Treccani si tratta di “Smombie”

Camminare per strada con lo sguardo fisso sullo smartphone ha un nome preciso: smombie. Il nuovo termine è stato inserito nella Treccani e coniato per definire quelle persone che sbattono ovunque perché non riescono a staccare lo sguardo dal proprio dispositivo. E per rendere l’idea di questa tipologia di persona tecnologicamente sono state unite due parole: “zombie” e “smartphone”.

Il neologismo in realtà ha già qualche anno. È nato in Germania nel 2008 ma nel 2015 ha acquistato popolarità raggiungendo il titolo di “parola dell’anno per il linguaggio giovanile” da parte del dizionario di tedesco pubblicato da Langenscheidt.

Chi sono gli smombie?

La definizione è la seguente: “smombie s. f. e m. inv. Chi cammina per strada senza alzare lo sguardo dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone, attraversare la strada in modo pericoloso”. Viene spiegato inoltre che il fenomeno è diventato un problema di ordine pubblico in alcuni paesi, soprattutto in Asia. In Giappone e in Corea del sud sono chiamati arukisumaho e nella città di Yamato, a 30 chilometri da Tokio, il sindaco ha fatto affiggere dei manifesti con il divieto di camminare guardando il telefonino per evitare continui scontri sui marciapiedi. Tra il 2014 e il 2015, sono state realizzate anche le prime corsie per gli smombie in Cina e in Belgio.

I neologismi dei giovani nel libro dell’Accademia della Crusca

L’introduzione di nuove parole nel vocabolario di uso comune è una conseguenza di un mondo sempre più connesso, soprattutto tra i giovani. A tal proposito, in occasione della XXII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (Slim), l’Accademia della Crusca ha realizzato un volume in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale dedicato proprio alla lingua italiana e ai giovani. Il volume è stato intitolato “Come scusa? Non ti followo”.

Nel libro, il linguista Luca Bellone spiega come la più recente evoluzione della lingua sia distinta in due segmenti cronologici: un primo che va dal 2010 al 2018, e un secondo fino a oggi. “Il primo segmento cronologico si segnala per un apprezzabile dinamismo lessicale e fraseologico, in sostanziale continuità con i due decenni a cavallo di vecchio e nuovo millennio” spiega Bellone. Ci sono poi “disagio”, inteso come sensazione di inadeguatezza o imbarazzo, e la ripetitività di una certa azione introdotta da “no ma”. Inoltre, attraverso il sito dell’Accademia della Crusca, ogni cittadino può segnalare un nuovo lemma che verrà sottoposto all’analisi degli esperti. Tra le parole maggiormente segnalate si trovano “ciaone, puccioso, perculare, taggare, apericena” e molte altre ancora già di uso comune nella vita di tutti i giorni.

In copertina foto da Pixabay.

Melissa Mercuri

Giornalista pubblicista, mi occupo anche di copywriting, social media, traduzioni audiovisive, ufficio stampa e insegnamento.

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