Incantevoli e maestosi, i felini dal manto scuro suscitano sempre interesse e sono apprezzati per la loro innata eleganza. La pantera nera però non è una specie. Si tratta di felini come giaguari, puma e leopardi con melanismo, un accumulo di melanina che è l’opposto dell’albinismo.
Pantera e giaguaro neri: il melanismo
La pantera nera non è una vera specie animale. La stessa pantera non è una specie ma un genere. Il genere Panthera comprende vari felini, tra cui il leone (Panthera leo), la tigre (Panthera tigris), il giaguaro (Panthera onca), il leopardo (Panthera pardus) e il leopardo delle nevi (Panthera uncia).
Quando si parla di “pantera nera” quindi, non ci si riferisce a nessuna specie in particolare, ma a qualunque esemplare che manifesti melanismo. Questi animali hanno varianti melaniche che li rendono molto scuri. Tale caratteristica è particolarmente comune tra i giaguari, per via della mutazione di un gene dominante e nei leopardi, dove è dovuto alla mutazione di un gene recessivo. Guardando gli esemplari da vicino è comunque possibile notare le macchie caratteristiche della propria specie, perché il pigmento nero le rende solo meno visibili.
Tuttavia è bene precisare che non tutti i grandi felini appartengono al genere Panthera. Ne sono un esempio il puma e il ghepardo.

Che differenza c’è tra giaguari e leopardi?
Giaguari e leopardi sono molto simili per dimensioni e comportamento ma hanno evidenti differenze. Innanzitutto, la loro distribuzione geografica è differente. Il giaguaro è diffuso nelle foreste dell’America centro-meridionale, mentre il leopardo si trova nelle foreste africane e in alcune regioni asiatiche.
Un’altra importante differenza sta nella pelliccia: le chiazze (chiamate rosette) del giaguaro sono più grandi di quelle del leopardo e hanno al centro una zona più chiara con una piccola macchia
scura. Quelle del leopardo sono più piccole e uniformi. Per quanto concerne le dimensioni, sono pressoché simili anche se il giaguaro è più tozzo e massiccio.
È un vantaggio essere una pantera nera?
Il fatto che tra questi animali il melanismo persista fa pensare che offra alcuni vantaggi, come la mimetizzazione o la regolazione della temperatura corporea.
Secondo la ricerca pubblicata il 18 dicembre 2019 sulla rivista PLOS ONE però, potrebbe invece creare delle problematiche di comunicazione. Diversi felini selvatici hanno dei segni bianchi sulla parte posteriore delle orecchie o sulla punta della coda per inviare messaggi fondamentali ad altri esemplari.
L’ecologo Mauricio Graipel dell’Univesidaide Federal de Santa Catarina e i suoi colleghi hanno quindi compreso che, nonostante la buona mimetizzazione notturna, l’assenza di striature bianche può essere uno svantaggio.
In copertina: foto di Enrique da Pixabay