Lo street artist britannico Banksy è stato inserito nel 2019 al 14esimo posto nella classifica delle 100 personalità più influenti nel mondo dell’arte, da ArtReview. Fonti gli attribuiscono il nome di nascita a Robin o Robert Banks; ciononostante, la sua identità rimane avvolta da un alone di mistero al di fuori della sua cerchia famigliare. Anche se, a seguito di indagini, sono 2 le personalità più plausibili che si possono celare dietro al suo alias.
Non ho il minimo interesse a rivelare la mia identità. Ci sono già abbastanza stronzi pieni di sé che cercano di schiaffarvi il loro brutto muso davanti.
Banksy.
L’identità segreta dello street artist Bansky: le due ipotesi
Di certo, si sa che è di origine britannica, nato precisamente a Bristol, classe ’74. E che faceva parte di una gang, la DryBreadZ Crew. Inoltre, al suo esordio, si firmava come Robin Banx.
C’è anche una descrizione del giornale The Guardian dove, in un’intervista del 2003 con Simon Hattenstone, lo street artist viene descritto in questo modo: “bianco, 28 anni, trasandato casual: jeans, maglietta, un dente d’argento, catena d’argento e orecchino d’argento. Sembra un incrocio tra Jimmy Nail e Mike Skinner dei The Streets“.
La prima ipotesi più accreditata sulla reale identità del graffitaro Bansky è quella di Robin Gunningham, uno studente della Bristol Cathedral Choir School. Questa teoria è figlia di uno studio condotto dal Mail on Sunday nel 2008 e poi confermato dagli studiosi della Queen Mary University di Londra, attraverso la ricerca di ‘profilazione geografica’, la quale ha associato Banksy a Gunningham.
La seconda ipotesi si rifà ad un personaggio noto: il musicista e graffitista Robert Del Naja dei Massive Attack. A sostenerlo è il giornalista Craig Williams, il quale ha notato come le date dei concerti della band coincidessero con la realizzazione delle opere nei luoghi.
Infine, un’altra teoria che circola sull’identità di questo artista misterioso è quella che lo vede non come una singola persona, ma come un collettivo di 6 artisti riuniti sotto lo stesso nome che operano in giro per il mondo.
L’arte di Banksy: a chi si ispira e quale tecnica utilizza per le sue opere
Bansky si definisce un existencilist, dalla parola existencilism, connubio di termini fra ‘esistenzialismo’ e ‘stencil’. E si rifà appunto all’essenzialità e semplicità dei disegni che imprime. Il suo tratto distintivo è chiaramente riconoscibile e lascia il segno. Inoltre, i temi trattati con noto sarcasmo, sono tutti rivolti al sociale: dalla politica, consumismo, guerra, lotte di potere, ipocrisia, animali, globalizzazione, all’ecologia. Ma anche amore e affetto. Tutto ciò che Banksy vede di sbagliato nella società, lo rigurgita con una delle sue incantevoli opere su qualche muro, in qualche posto del mondo.
Lo stile di Banksy si rifà ad un altro artista di strada, il francese Blek Le Rat, padre della street art. È proprio da lui che ha riproposto l’impiego di uno stencil per le sue opere e lo omaggia con il disegno del topo (Le Rat in francese).
Difatti, l’uso di uno stencil semplifica e snellisce il processo del graffito sul muro. Questi vengono preparati anticipatamente a mano e stampati su materiale apposito. Appoggiati alla parete destinata al murales e con la vernice spray, si riempiono i tagli dello stencil, lasciando così il disegno in negativo sul muro.
Grande esponente della street art, si fa portavoce dell’era post-graffiti e guerrilla art. Gli stencil gli permettono di operare in velocità e di non essere acciuffato dalla polizia.
I lavori di Banksy
L’artista di strada Banksy inizia a operare verso la fine degli Anni Novanta, spalmando per tutte le città mondiali i suoi stencil e graffiti anticonformisti. Addirittura è stato uno dei primi ad azzardare un dipinto in zone di guerra e con gravi problemi interni. Ha operato in Cisgiordania, a Betlemme, caso che fece molta risonanza a livello mondiale.

Opere importanti di Bansky e molto riconosciute sono:
- The Mild Mild West, 1997, è stato il primo grande murale dipinto dall’artista, nel quartiere di Stokes Croft. Il disegno presenta un orsacchiotto che lancia un cocktail molotov a tre poliziotti in tenuta antisommossa.
- Napalm Girl: celebre rappresentazione della bambina in fuga dai bombardamenti di napalm della guerra del Vietnam, affiancata da due icone della cultura di massa americana come Ronald McDonald e Topolino;
- Girl with Balloon: la ‘Ragazza con il palloncino’, 2002, forse uno dei suoi dipinti più famosi, raffigura una bambina che tende la mano verso un palloncino rosso a forma di cuore, simbolo di innocenza, amore e speranza;

- The Flower Thrower: il ‘Lanciatore di fiori’, altro pezzo iconico di Banksy, vede un ragazzo che manifesta lanciando un mazzo di fiori;
- Kissing coppers: altra opera famosa che ha fatto scalpore. Due poliziotti inglesi si baciano e si prestano a effusioni, come icona anti omofobia. Il graffito è apparso nel 2004, a Brighton, su un muro di un pub;

- Love is in the Bin. Un vero colpo di scena per quest’opera. Era il 2018, quando il dipinto della Ragazza con il Palloncino si trovava nella casa d’asta londinese Sotheby’s per essere battuto al prezzo di 1 milione di dollari. Ecco che alla chiusura dell’operazione, il dipinto viene distrutto come in un trita-carta, rimanendo a strisce. Il quadro aveva un dispositivo nascosto all’interno della cornice, telecomandato a distanza da Banksy, il quale ha trasformato l’opera in Love is in the Bin – L’amore è nel cestino;
- The Girl with the Pierced Eardrum: murale de La ragazza con l’orecchino di perla, dipinto a Bristol nel che lo stesso Banksy aveva realizzato nel 2014, per poi aggiungervi la mascherina per il Covid-19;
- La Madonna con la pistola: 2010, è la prima opera che Banksy realizza in Italia. Siamo a Napoli, in Piazza Gerolomini, e una Madonna è armata di revolver sul capo al posto dell’aureola, con uno sguardo afflitto verso il cielo;

- Il Bambino Migrante: seconda opera di Banksy in Italia, stavolta a Venezia, subito dopo l’inaugurazione della Biennale d’Arte a maggio 2019. Il murales presenta un bambino con un giubbotto salvagente e un razzo segnaletico per i soccorsi in mare.
Bansky, lo Yacht e le ONG
Non solo artista, ma anche attivista. L’ultima manifestazione di Banksy contro il potere è una nave completamente colorata di rosa shocking e con il dipinto di una bambina che tiene in mano una boa di sicurezza a forma di cuore. Nel dettaglio, B. ha acquistato uno yacht lungo 31 metri, dipingendolo a suo stile, con bandiera tedesca, finanziando una missione umanitaria a sostegno dei migranti bloccati in mare fra la Libia e l’Italia. A bordo, 10 attivisti europei pronti a prestare soccorso e supporto alle ONG.
Louise Michel, questo il nome attribuito allo yacht, anarchica femminista francese del XIX secolo, ha portato in salvo oltre 80 persone nel Mediterraneo questo agosto.
Update: #MVLouiseMichel is currently undergoing maintenance. Our shipyard crew are working as fast as possible to make the ship ready for the next mission.#SolidarityAndResistance pic.twitter.com/HXlYD4xckR
— LouiseMichel (@MVLouiseMichel) April 29, 2022
Attualmente, Banksy è un marchio regolarmente registrato e a controllare e tutelare l’utilizzo del nome e l’immagine dell’artista è la Pest Control Office Limited.