Il primo dicembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS. Dai primi casi documentati per la prima volta nel 1981 a oggi, la ricerca ha fatto passi notevoli e le attuali strategie terapeutiche permettono di tenere sotto controllo l’infezione. Quello che ancora manca, spesso, è una corretta informazione e una consapevolezza diffusa, sebbene ci siano stati eventi determinanti che hanno portato l’immaginario verso una nuova concezione della malattia.
Quando Lady Diana non volle indossare i guanti
Nel 1987 Lady Diana, principessa del Galles, iniziò la sua missione di sensibilizzazione. Il virus HIV impazzava e persino alcuni medici si rifiutavano di trattare i pazienti per paura di contrarre il virus. Fu proprio lei a inaugurare, in quello stesso anno, il reparto dedicato ai malati di AIDS al Middlesex Hospital.
Ciò che fece più scalpore fu che Lady Diana, che non sopportava indossare i guanti, neppure in quell’occasione volle indossarli. Divento quindi la “principessa coraggiosa” che strinse la mano (nuda) a tutte le infermiere, ai medici e ai dieci pazienti affetti da AIDS. “L’HIV non rende pericolose le persone – affermò Lady D nel suo discorso – dunque potete stringergli la mano e dar loro un abbraccio. Dio solo sa quanto ne hanno bisogno”.
Questa lotta al pregiudizio proseguì anche negli anni a venire. Quando Lady Diana venne a mancare nel 1997, l’organizzazione National AIDS Trust rilasciò una dichiarazione alla BBC in cui si affermava che “Diana è stata la più grande ambasciatrice del pianeta nella sensibilizzazione all’AIDS e nessuno potrà mai sostituire il suo operato”.
Il bacio di Fernando Aiuti
Fernando Aiuti fu invece fautore di un gesto ben più radicale, che fu immortalato da una foto in bianco e nero, diventata iconica. Era il 2 dicembre del 1991 e nella pausa di un convegno sull’Hiv alla fiera campionaria di Cagliari il dottore coinvolse la sua paziente Rosaria Iardino. Al tempo aveva 25 anni ed era sieropositiva da 7. Aiuti era un medico, professore e scienziato che aveva già capito come un evento virale condizionasse con facilità la società modellandone pregiudizi e comportamenti. Decise perciò di avvisare la moglie che avrebbe fatto un gesto insieme intimo e spettacolare, e baciò la ragazza. Una scossa contro il pregiudizio e la paura.
Iardino oggi sta bene, è sposata con una donna, ha due figlie e continua a occuparsi di Aids come presidente dell’associazione Bridge. In occasione della morte dell’immunologo, la donna lo ha ricordato proprio attraverso quell’immagine.
Gli ultimi dati sulle nuove diagnosi in Italia
La scienza e le cure hanno fatto grandi passi avanti dagli anni Ottanta e l’aspettativa di vita si è alzata di molto. Una persona con HIV, in trattamento corretto e continuo, ha una speranza di vita al pari o quasi di quella di una persona non contagiata. Tuttavia, la trasmissione è ancora frequente per quanto ci siano meno preoccupazione e distacco dalla malattia e dai soggetti affetti o portatori del virus dell’HIV. Secondo gli ultimi dati pubblicati nel Notiziario del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da Hiv nel 2021. Si tratta di 3 nuovi casi per 100mila abitanti. Il nostro Paese si trova al di sotto della media osservata tra gli Stati dell’Unione Europea, in cui l’incidenza è di 4,3 nuovi casi per 100mila abitanti.
In copertina foto da Flickr di Marco Verch Professional Photographer