Il mondo del web diventa sempre più intricato e pericoloso. Le truffe e i rischi di contraffazione sono alti. Eppure, oltre il 50% degli utenti che acquistano on line, è consapevole che il prodotto estero è un falso, una riproduzione e lo compera in maniera del tutto volontaria. Questo nuovo fenomeno di contraffazione si chiama hidden links.
Il fenomeno degli hidden links: cosa sono?
Tradotto letteralmente, significa “link nascosti”, ma gli hidden links sono molto più subdoli e ampi. Si celano dietro a post apparentemente legali e sicuri, su Instagram o Facebook e social network in generale, dove chi promuove l’articolo, invoglia all’acquisto di diversi prodotti dichiarandoli originali.
Si può trattare di orologi, borse, scarpe e abbigliamento. Ma anche molto altro. Bé, nel post viene segnalato un codice di riferimento, del quale si invita l’utente a cliccarci sopra o a copiarlo e incollarlo in un altro punto specifico, dove si aprirà una nuova finestra con tutta una serie di prodotti catalogati come originali, ma che in realtà, sono contraffatti.
Come capire a primo sguardo che non possono essere originali? Dal prezzo. Quando è irrisorio rispetto al valore commerciale del prodotto sul sito originale, quello sponsorizzato e proposto è palesemente un fake. Eppure, nonostante questo, chi acquista on line prodotti contraffatti, è pienamente consapevole che non sono del marchio originale.
Normalmente, chi sponsorizza ha una community di follower o comunque la sua nicchia di seguitori interessati ai prodotti pubblicizzati. A volte sono ignari della truffa, ma percepiscono comunque un profitto illegale. L’attenzione è da porre sempre sul prezzo principalmente e confrontarlo con il sito ufficiale del marchio originale.
Lo studio di Assorologi e Indicam sugli hidden links
A spiegare nel dettaglio l’affaire hidden links, è l’amministratore delegato di Eberhard Italia, Mario Peserico, concentrandosi nel settore orologi:
“Ogni volta che un potenziale acquirente inserisce il codice per l’acquisto del prodotto falso, di fatto, non scrive un codice-prodotto ma quello di un procacciatore di quel bene. Il quale si incaricherà di procurarlo e spedirlo, in cambio di una commissione o una percentuale, che in molti casi è anche una transazione in nero o via cryptovalute”.
Purtroppo, la grande rete di e – commerce è un vero oceano di possibilità e truffe. La grande mole di prodotti pubblicizzati e offerti, i siti e gli influencer che propinano gli articoli, non possono (ancora) esser tenuti tutti sotto controllo.
Esistono i siti sicuri con meccanismi di anticontraffazione e brand che lottano anche contro la contraffazione dei loro stessi prodotti copiati e sbandierati come originali.
Lo studio Euipo 2022 sui giovani e la contraffazione on line
Le percentuali nette arrivano invece dall’ultimo studio Ocse-Euipo (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale).
Nello specifico, si sono intervistati dei giovani con un’età compresa fra i 15 ed i 24 anni riguardo il fenomeno degli hidden links e dei prodotti contraffatti; di questi, il 52% ha confermato di aver acquistato almeno un prodotto illegale nel 2022. Intenzionalmente, ha acquistato un articolo contraffatto il 37% degli intervistati. Il 33% ha inoltre riferito di averlo fatto attraverso piattaforme e fonti illegali.
In generale, il 60% degli europei ha comunque affermato di preferire i canali legali e sicuri per la navigazione on line, il 10% in più rispetto al 2019.
Per quanto riguarda i giovani italiani, lo studio ha rivelato un 27% di giovani che hanno acquistato consapevolmente un prodotto fake.
Digital Service Act
A partire dal 2024 entrerà in vigore un nuovo regolamento sui servizi digitali, il Digital Service Act, il quale dovrebbe dare maggiori garanzie sui prodotti venduti on line e velocizzare anche la rimozione dei prodotti fake in vetrina, oltre ai propri contenuti illegali sulle diverse piattaforme.
(Fonti: IlSole24Ore e Assorologi).
In copertina: foto di Moose Photos – Pexels