L’eccessiva esposizione alla luce blu degli schermi di uso quotidiano come pc, tablet e telefonini può avere effetti dannosi sul nostro corpo, soprattutto sulla pelle, accelerandone l’invecchiamento. Non solo: nove italiani su dieci accusano numerosi fastidi agli occhi dopo una giornata trascorsa davanti ai dispositivi elettronici, come forti emicranie ed occhi secchi.
Cos’è la luce blu degli schermi
La luce blu è una componente della luce emessa dai dispositivi LCD e LED, come smartphone, tablet, TV e PC e dai sistemi di illuminazione a basso consumo energetico. Come tutte le altre radiazioni UV, genera stress ossidativo e provoca danni cutanei come macchie, rughe e iperpigmentazione. Coinvolgendo ormai la vita della maggior parte delle persone, è stato anche dato un nome a questo fenomeno: “Digital Aging”, ovvero invecchiamento digitale, che porta a una diminuzione della produzione naturale di collagene e quindi alla comparsa di rughe e a una squilibrata produzione di melanina.
La luce blu degli schermi e l’invecchiamento accelerato
Secondo una recente ricerca della rivista Frontiers in Aging condotta dai ricercatori dell’Oregon State University (Usa) sui moscerini della frutta esposti alla luce, sono emerse nuove importanti evidenze. Già nelle ricerche precedenti gli studiosi avevano dimostrato che l’illuminazione blu accendeva negli animali i geni che proteggono dallo stress. Per capire perché la luce blu ad alta energia sia responsabile dell’accelerazione dell’invecchiamento, nell’ultima ricerca gli scienziati hanno confrontato i livelli di metaboliti (sostanze chimiche essenziali per il corretto funzionamento delle cellule) tra insetti esposti alla luce blu per due settimane o mantenuti nella completa oscurità. L’esposizione alla luce blu ha causato differenze significative, dove il metabolita «succinato» era aumentato e i livelli di glutammato si erano ridotti. «Il succinato è essenziale per produrre il carburante per la funzione e la crescita di ogni cellula — ha spiegato Jadwiga Giebultowicz, Professoressa al Dipartimento di Biologia Integrativa della Oregon State University e autrice senior dello studio —. L’altra scoperta preoccupante è stata che le molecole responsabili della comunicazione tra i neuroni, come il glutammato, erano a livelli più bassi (rispetto a quelli misurati nel gruppo di controllo, ndr) dopo l’esposizione alla luce blu».
Cosa significa? Per i moscerini, i cambiamenti registrati potrebbero causare la loro morte prematura, confermando le precedenti scoperte secondo cui la luce blu accelera l’invecchiamento precoce. Ovviamente i risultati ottenuti su organismi di questo tipo, non possono essere direttamente applicati agli esseri umani. Quello che si può ipotizzare è il potenziale effetto negativo della luce blu sugli esseri umani. Nello studio è comunque stata usata una luce blu abbastanza forte sui moscerini. Quella utilizzata per gli schermi è una luce meno intensa, perciò il danno cellulare potrebbe essere meno caratterizzante.
I risultati prolungati
Interessante anche l’ultima indagine sui danni provocati sulla pelle dalla luce blu, elaborata dall’azienda beauty-tech Eco Bio Boutique, su oltre mille persone in cui è emerso che nove italiani su dieci accusano numerosi fastidi agli occhi dopo una giornata trascorsa al pc. La media di uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 60 anni davanti al PC è di circa 4 ore al giorno. Tra gli inestetismi più diffusi e riscontrati, per il 54% vi sono Borse e Occhiaie seguiti da Pelle spenta per il 29,5%, Infiammazioni (10,5%) e Rughe per il (5,3%). Dai dati dell’indagine è anche emerso che il 76% delle persone non è pienamente consapevole di quali siano realmente gli effetti e i danni che la luce blu può portare alla pelle e agli occhi.
Gli studi sulla cecità
Infine, i rischi di portare alla cecità sono una scoperta recente da non sottovalutare. La ricerca, condotta da un team di ricercatori della Università di Toledo, ha dimostrato che lunghi periodi di esposizione alla luce blu quando si è al buio attivano la produzione di molecole velenose all’interno delle cellule dei fotorecettori dell’occhio, uccidendole, portando in casi estremi alla degenerazione maculare, ovvero alla visione sfocata o addirittura alla cecità nella parte centrale del campo visivo.
“La tossicità generata dalla retina quando assorbe la luce blu è universale. Può uccidere qualsiasi tipo di cellula”, spega Ajith Karunarathne del Dipartimento di Chimica e Biochimica dell’Università di Toledo.
Esistono diversi modi per evitare questa problematica. Esiste una molecola denominata alfa-tocoferolo che impedisce alle cellule di morire, anche se non è funzionale sugli utenti più anziani perché soggetti alla degenerazione maculare.
Un’altra soluzione consiste nell’utilizzare occhiali che filtrano la luce blu o nell’attivare la modalità di protezione degli occhi per filtrare la luce blu sul proprio schermo (se disponibile).