Pifferaio Magico
CULTURA

Il Pifferaio Magico: i fatti di cronaca e le teorie dietro la storia

Una delle storie più conosciute e riadattate nella storia: il Pifferaio di Hamelin, conosciuto come Il Pifferaio Magico. Si è speculato molto sull’origine, la veridicità e gli effettivi eventi che portarono a quella tragica conclusione. Allegorie, significati nascosti e teorie. Scopriamo che fine hanno fatto i 130 bambini di Hamelin spariti nel nulla.

Il Pifferaio Magico: i fatti accaduti ad Hamelin

Molti la conosceranno per la versione dei famosi fratelli Grimm, altri per la poesia scritta nel 1803 dal geniale J.W. von Goethe, il quale citò il pifferaio anche nel suo celebre Faust. Altri ancora in qualche edizione di favole per bambini. Ma, in realtà, la storia del Pifferaio di Hamelin rappresenta un fatto di cronaca realmente accaduto in Germania, precisamente in Bassa Sassonia, nel giugno del 1284.

In sintesi, sparirono ben 130 bambini tedeschi dalla cittadella di Hamelin, senza che nessuno sapesse nulla. E, proprio un personaggio, descritto come “un uomo dagli abiti colorati e sgargianti”, circuì e portò via i piccoli dalle loro case. Ad oggi è ancora un mistero irrisolto sulla reale fine di quei piccoli.

Testimone della veridicità di questo evento è proprio una vetrata della chiesa del paese del 1300. Ora è andata distrutta, ma una volta vi era rappresentata la scena del pifferaio e dei bambini verso la montagna. L’immagine è stata riportata nei secoli grazie a dei documenti antichi, del 16esimo secolo.

Ulteriore prova che un tragico evento si sia consumato nella cittadina di Hamelin, è un’epigrafe muraria nella città che recita:

Nell’anno 1284, nel giorno di san Giovanni e Paolo, centotrenta bambini nati ad Hamelin furono ammaliati da un pifferaio con un abito dai vari colori e fatti sparire in un Calvario vicino al Koppen.

Inoltre, è interessante notare che, da quel momento, si sarebbe imposto un divieto di suonare e ballare proprio nella via dedicata ai bambini, la BungelosenstrasseStradasenzatamburi.

Pifferaio Magico
Foto di falco da Pixabay – Hamelin

La storia narrata ne Il Pifferaio Magico

Nei fatti realmente accaduti, i topi non c’entrano niente. Nella ‘favola’ sono stati aggiunti successivamente.

Nella storia, la città di Hamelin era invasa dai topi e cercava qualcuno che potesse liberarla da quella piaga donando in cambio una lauta ricompensa.

Un giorno si presentò questo fantomatico pifferaio, vestito colorato e con uno strumento, un piffero appunto. Si offrì di adempiere a quel compito e, iniziando a suonare, tutti i ratti della città lo seguirono. Lui li condusse al fiume Weser, dove annegarono.

Tornato in città per riscuotere pegno, il sindaco si rifiutò di pagarlo. Da qui nacque l’astio e la vendetta. Il Pifferaio Magico attese che gli adulti furono assenti per iniziare a suonare il suo piffero e ammaliare i bambinetti del paese, i quali iniziarono ad uscire dalle case e a ballare e a cantare, seguendo pedissequamente il suonatore. Da lì, i 130 bambini non furono mai più ritrovati.

Foto di falco da Pixabay

Ipotesi e teorie sugli eventi di Hamelin

Si sono snocciolate e fantasticate diverse teorie sugli eventi di Hamelin e sul Pifferaio Magico. Alcune si accostano più alla realtà e quindi più plausibili, altre a mere speculazioni. La prima cosa a cui si pensa è l’epidemia di peste, data dall’associazione topo-virus e dal fatto che il pifferaio ha l’allegoria della Morte, seguita dai bambini appunto. Ma i tempi con la peste non coincidono.

In realtà, l’ipotesi più concreta e razionale sarebbe proprio quella che vedrebbe una migrazione verso l’Est Europa, specialmente in Transilvania, attraverso la fantomatica caverna o monte dove il pifferaio condusse i bambini. E questo spiegherebbe anche l’arrivo dei Sassoni in Romania. Si pensa che i bambini siano stati portati via, rapiti o semplicemente ‘ceduti’.

Ben più macabra è la tesi che vede i fanciulli trainati verso un monte limitrofo alla cittadina e sacrificati attraverso dei riti pagani di purificazione e a sfondo sessuale.

Infine, si è pensato anche ad un allontanamento forzato dovuto ad una malattia, nello specifico quella del ballo di San Vito o Corea di Sydenham, un’encefalite che causa spasmi involontari e la si associa ai movimenti ballerini dei bambini che inseguono il pifferaio.

Ma la versione più accreditata riguarda proprio quella dell’emigrazione di massa. Anche perché i corpi dei fanciulli non sono mai stati ritrovati.

Federica Felice

Giornalista praticante, con un background da Interior & Garden designer. Amante delle curiosità, creo Loisir Magazine, una rivista di svago, appunto.

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