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Instagram e depressione: l’altra faccia dei social media

Con oltre un miliardo di iscritti al 2022, l’applicazione di Instagram è una delle più influenti e popolari utilizzate in tutto il mondo, specialmente fra i giovani. Fattura più di 100 miliardi di dollari di incassi annui, una vera miniera d’oro.

Ma cosa nasconde Instagram e i social media? Qual è il loro lato oscuro? Non se ne parla molto, quasi come se fosse un tabù. In realtà, queste App generano disturbi come ansia e depressione e, talvolta, pensieri suicidi. Vediamo l’inchiesta del Wall Street Journal.

Instagram e adolescenti: lo specchio magico non è reale

Per una buona parte degli utenti iscritti al social media di Instagram, si parla di adolescenti. Il 40% ha meno di 22 anni. Una fascia molto giovane e ancora in fase di sviluppo. In particolar modo, dagli studi condotti dal W.S. Journal, si è rilevato che a subire più influenze negative di questo social siano le ragazze in età adolescenziale. Questo perché il confronto con il corpo delle altre è perenne, immediato e, soprattutto, alterato. Ciò distorce la realtà e la normalità del proprio corpo. Da qui, iniziano i disagi ed i disturbi psicologici.

Passare ore e ore davanti a Instagram, scorrendo le immagini ed i profili di star, vip o di altre ragazze (piene di filtri) che risultano perfette, senza il minimo difetto, provoca dei sentimenti di disagio, negativi e critici verso sé stesse. Lo afferma il 32% delle ragazze intervistate direttamente dall’azienda di Facebook, proprietaria di Instagram, le quali affermano di sentirsi peggio di come già si sentono andando sull’applicazione.

Il proprietario delle due società di social media più influenti al mondo, Marck Zuckerberg, nega questa grave responsabilità nei confronti delle sue utenti, minimizzando il problema. Lui stesso, affermò nel 2019, che il social “peggiora i problemi di immagine corporea per una ragazza adolescente su tre”. Ma, anche se in buona fede, è innegabile l’effetto boomerang delle immagini di Instagram verso le adolescenti “normali”.

L’applicazione “vende sogni”. Ripropone un’immagine modificata e alterata della realtà. Impersona la perfezione, dona magia alla fotografia, restituendo una copia ben fatta della persona, la quale, però, non è reale.

Instagram e l’ossessione per i like: approvazione e autostima a rischio

La società attuale è più tecnologica. Ogni informazione, novità, metro di misura anche, passa per internet. Il web docet. E, tutti gli adolescenti, anche i bambini, sanno utilizzare uno smartphone. A loro non sfugge nulla. Si dilettano fra Instagram, Facebook (la meno considerata fra i giovani), Twitter, Tik Tok, Snapchat e così via. Un mondo virtuale dove la rete di amici fittizi, ed il loro pensiero – giudizio, risultano più importanti di quelli dei genitori o degli amici reali.

Ci si fa una foto, la si carica e si modifica con filtri; o si fa una stories e si attende. Quanti più cuori e commenti positivi si ricevono, più ci sente meglio. Apprezzati, considerati, approvati e parte di qualcosa. Come una droga che fa stare bene. Anche se per poco. L’altra faccia della medaglia è quando non si ricevono abbastanza like; succede il dramma. Sentimenti di smarrimento ed esclusione pervadono il giovane utente.

Una lancia a favore di Zuckerberg sta proprio nella scelta di levare la visibilità del numero di like per non inficiare sulle fisse dei giovani ed i numeri.

Avere follower significa essere popolari e potenti. Sembra il mantra di oggi. Perché, più seguaci hai, più vali, sei importante, fai contenuti interessanti e guadagni. Ormai è un pensiero fisso dei giovani. Tutti vogliono fare gli influencers. Ma la realtà è ben diversa.

I social sono un po’ la malattia di questo millennio. Tra (Baby) Boomer, Millenials o Gen Y, Gen Z o Zoomer e chi più ne ha più ne metta, si cerca di classificare gli utenti ed i gusti per generazioni. Ma, tutti crescono, prima o poi.

Il rapporto sui suicidi in Italia

Anche se non strettamente correlato ai lati negativi dei socia media, l’Osservatorio Suicidi della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, in Italia, rivela i dati del tasso di suicidi a partire dall’inizio del 2021 fino al 31 agosto 2022. La conta è di 413 suicidi e 348 tentativi; una media di un suicidio ogni 12 ore circa.

Foto di copertina:  StockSnap da Pixabay

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