Un mito celebrato da racconti e leggende antiche e trasposto nelle arti figurative ottocentesche, con fascino e mistero. Lady Godiva assunse, tra Ottocento e primo Novecento, un significato fondamentale del riconoscimento del ruolo della donna nella politica, in grado di contrastare le decisioni avventate degli uomini.
Chi era Lady Godiva
Fra la fine del X secolo e tutto l’XI secolo in Inghilterra nasce Lady Godiva. Il suo nome in inglese è Godgifu o Godgyfu, dalle parole God e Gift (Dio e dono) e quindi “dono divino”. Come per tutte le donne del suo tempo, di lei non si sa quasi nulla di prima che si sposasse con Leofrico di Coventry, conte del regno di Mercia, nonché una delle persone più ricche e potenti del regno. Leofrico e Lady Godiva hanno nove figli e uno di loro, Ælfgar, diventa conte di Mercia dopo la morte di Leofrico, avvenuta il 31 agosto 1057. Rappresentano quindi la famiglia classica del medioevo, con la moglie devota a Dio e alla chiesa che riempie la casa di eredi al marito.
Un’immagine iconica
Come diventò allora, il simbolo della sensualità e della forza femminile? Secondo la leggenda, cavalcò nuda per le vie di Coventry per ottenere la soppressione di un tributo fiscale imposto da suo marito ai propri sudditi, già vessati dalle tasse. Essendo contraria, lui le aveva lanciato una sfida dicendole che se avesse avuto il coraggio di attraversare nuda il paese, avrebbe tolto quelle tasse.
Secondo un’altra versione della storia, Leofric liberò la città da tutte le tasse ma mantenne quelle sui cavalli. Lady Godiva per protestare cavalcò nuda e chiese agli uomini della cittadina di rimanere in casa nel momento fissato per la cavalcata. Si dice che Peeping Tom (nome usato ancora oggi in Inghilterra per indicare il tipico guardone), l’unico cittadino che guardò fuori dalla finestra, divenne cieco e poi morì.
Accanto ad alcuni cavalieri, montata a cavallo senza indumenti, attraversò la città con passo lento ed elegante. In questo modo, entrò nell’immaginario come una nuova Venere.
In copertina foto di ArtUk da Picryl