La leggenda di Atlantide, l’isola sommersa descritta per la prima volta da Platone, che ne ha parlato in alcuni preziosi dialoghi all’interno del “Timeo” e nel “Crizia”, è nota a tutti. Esiste una storia simile su Lemuria, un continente scomparso di cui abbiamo perso le tracce millenni fa.
Il continente perduto di Lemuria
Lemuria era un’antica civiltà perduta, che si ritiene fosse situata in gran parte nell’Oceano Pacifico meridionale, tra il Nord America e l’Asia/Australia. Conosciuta anche come Mu, o la Patria di Mu, le informazioni circa la sua esistenza iniziarono a emergere e guadagnare popolarità nel 1864, quando Philip Lutley Sclater, avvocato e zoologo britannico, pubblicò un saggio intitolato I mammiferi del Madagascar.
Spiegò che il Madagascar e l’India un tempo facevano parte di un continente più grande, cosa che portò alla prima teoria sulla scoperta dell’antico supercontinente Pangea.
La teoria dell’esistenza di Lemuria non iniziò quindi come una leggenda. Gli studiosi avevano iniziato a notare come molti fossili di animali, come quelli dei lemuri che vivono solo in Madagascar, venissero ritrovati tanto in Sudafrica quanto in India e non si capiva come questo fosse possibile. Sclater, basandosi sulla teoria geologica dei “ponti di terra”, ipotizzò che era esistita una parte di terre emerse che connetteva l’Africa all’India, in seguito inabissata. Come nome propose, proprio grazie ai lemuri, Lemuria.
La scoperta della Pangea e l’abbandono delle teorie su Lemuria
Questa storia rimase accademicamente accettata fino alla prima metà del novecento, quando Alfred Wegener esplico la sua teoria sulla deriva dei continenti, che spiegò come fosse possibile trovare fossili della stessa specie in zone del pianeta molto distanti. Con la scoperta della Pangea, dimostrò che un tempo i vari continenti erano uniti in una sola massa di terre emerse e l’india era unita all’odierna Africa orientale. L’esistenza di Lemuria venne definitivamente messa da parte in ambito scientifico negli anni Sessanta, quando i fossili di lemure iniziarono ad essere ritrovati anche in Asia meridionale e Medio Oriente. Le discussioni sulla sua esistenza avevano però attirato l’interesse di una parte della popolazione, tanto da divenire oggetto di speculazione in ambito occultista.
Le leggende
“Lemuria” entrò nel lessico dell’occulto con i racconti di Helena Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, che dichiarò intorno al 1880 che l’esistenza di questo continente, abitato da una razza evoluta, le era stata rivelato dai Mahatma, che le avrebbero fatto vedere un testo pre-atlantideo, il Libro di Dzyan.
Tra i grandi sostenitori dell’esistenza di Lemuria vi sono soprattutti i nazionalisti Tamil. I Tamil sono un gruppo etnico originario dello Stato del Tamil Nadu, nel sud-est dell’India, e del nord-est dell’isola dello Sri Lanka. Infatti, storie e racconti sull’esistenza di un’antica terra sommersa dall’Oceano Indiano si possono trovare in molte opere letterarie tamil. Secondo loro, esisteva una terra, da loro chiamata Kumari Kandam, che corrisponde proprio alla collocazione dell’ipotizzata Lemuria, governata da una dinastia reale chiamata Pandyan che possedeva doti eccezionali che supererebbero anche le più moderne e attuali tecnologie.
La storia fantastica dei lemuriani
Chi abitava queste terre secondo la leggenda? I Lemuriani venivano considerati come un popolo molto avanzato e pacifico, che viveva in armonia con le persone e la natura. Si narrava che fossero alti e con quattro braccia, o addirittura mutaforma. Conoscevano l’energia atomica e le scienze e avevano capacità telepatiche e di veggenza. Era teoria comune che il popolo lemuriano fosse altamente evoluto e molto spirituale. A un certo punto, accadde però che i profeti e saggi del tempo capirono che qualcosa stava mutando.
Cominciarono a ricevere informazioni e presentimenti sul “Diluvio Universale” che distrusse poi Atlantide. Quindi, cominciarono a diffondere i loro insegnamenti sulla Terra e sulla storia dell’umanità, a quante più persone possibile, per poter far beneficiare le generazioni future.
Così i lemuriani iniziarono anche a immagazzinare informazioni nei “Cristalli del seme lemuriano”, ovvero dei minerali che furono portati nelle profondità della Terra per essere preservati.
Così si sparse la voce del “Quarzo lemuriano”, che si dice fosse incastonato con l’antica conoscenza dell’esistenza umana e della fonte di energia.
In copertina: foto di Pradeep.doodh da Wikimedia Commons