L’eterno ritorno dell’uguale (conosciuta più semplicemente come eterno ritorno), è una teoria filosofica di Friedrich Nietzsche che si ritrova nelle concezioni del tempo ciclico, come quella stoica. L’universo rinasce e ri-muore a seconda di cicli temporali fissati e necessari, ripetendo sempre un corso all’infinito e rimanendo sempre se stesso.
L’inizio dell’eterno ritorno dell’uguale
Nell’estate del 1881 Friedrich Nietzsche si trova a riflettere tra la natura. A un certo punto ha un’illuminazione che lo porta a sviluppare uno dei più importanti concetti della sua dottrina, ancora oggi oggetto di studio e di dibattito.
La sua idea è la seguente: Dio non ha creato l’universo, perché le leggi che lo regolano non si creano né si distruggono. Non essendo creato da Dio, possiede al suo interno elementi infiniti che si rinnovano in un ciclo eterno che non avrà mai fine.
Il filosofo ne parla per la prima volta da un demone ne La gaia scienza del 1882:
Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!
Questa concezione prese il nome di Eterno ritorno, rifacendosi alle più antiche dottrine dell’antica Grecia che definivano il mondo, lo spazio e il tempo come un ciclo eterno dove nulla inizia e finisce. Il mondo e tutto ciò che lo compone è destinato quindi a rivivere all’infinito gli stessi eventi, senza alcun cambiamento nella sostanza se non nella forma.
Le interpretazione dell’eterno ritorno
A primo impatto questa teoria può apparire come una condanna per l’essere umano, destinato a una condizione di non cambiamento. In questo modo, l’essere umano, non sarebbe che un inerme “granello della polvere”. Ci sono infatti molte interpretazioni attorno a questa teoria, che possono essere riassunte in questo modo:
1) la teoria cosmologica in cui lo spazio e la quantità di energia nell’universo sono finiti, ma il tempo è “infinito”. In questo caso, le combinazioni e le manifestazioni finite in uno spazio finito potrebbero ripetersi tali e quali in un tempo indefinito.
2) la teoria etica, per cui accettare l’eterno ritorno dell’uguale significa imporre una specie di “imperativo categorico” per accettare la vita come è prestabilita.
3) quella ontologico-esistenziale, in cui la morale assume un’ampiezza maggiore in relazione alla struttura edipica del tempo.
Elevarsi dall’eterno ritorno dell’uguale
Sebbene la concezione alla base possa sembrare molto rigida per la condizione umana, il filosofo fornisce anche una possibilità di salvezza. Il concetto di “Superuomo” invita le persone a elevarsi al di sopra della morale e della legge. Questo essere umano sarà in grado di far coincidere la propria volontà con il corso degli eventi accettandoli senza opporsi. In questo modo, potrà conoscere la vera dimensione di atemporalità e aspazialità e cogliere l’amore per il proprio destino.
In copertina foto da Unsplash di Giordano Rossoni