In Yemen si trova l’isola di Socotra, un paradiso terrestre nominato nel 2008 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Il motivo è presto detto: qui vi si trova una ricca biodiversità di piante e d’animali che vivono lontani dal turismo selvaggio.
La storia dell’Isola di Socotra
Socotra è la Panchaia citata nei libri di Virgilio, ricollegabile al mito della fenice. I Greci la chiamavano Dioskouridou mentre per i Romani era Dioscoridis Insula. Socotra è ricordata anche da Marco Polo nel suo libro Il Milione.
Socotra venne annessa al Portogallo nel XVI secolo, dopo lo sbarco sull’isola di Alfonso de Albuquerque nel 1507. Nel 1511 passò sotto il controllo degli Imam di Mascate e dei Sultani del Sultanato Mahra di Qishn e Socotra. Nel 1834 diventa della Gran Bretagna, in base a un accordo che prevedeva la loro permanenza nell’isola solo per cinque anni e per il rifornimento delle navi.
Più tardi il governo delle Indie l’acquisì, finché nel 1886 il Sultano accettò il protettorato della Corona britannica chela annesse al suo Protettorato di Aden. Con l’indipendenza dello Yemen, Socotra passò allo Yemen del Sud, per entrare poi a far parte dello Yemen unificato.
La popolazione di Socotra è interamente musulmana, costituita prevalentemente da Arabi, Somali, Indiani, Tollesi e discendenti di schiavi neri africani. La capitale è Hadibu
Visitare l’isola
Sull’isola di Socotra non ci sono resort. Ci sono solo servizi essenziali tra la natura. Sull’isola di Socotra vivono 825 specie di piante, di cui il 37% si trova solamente qui. La più scenografica e conosciuta è la Dracaena Cinnabari, l’albero che somiglia a un grande ombrello aperto verso il cielo. Sull’isola è presente inoltre una resina rossa detta “sangue di drago” usata come colorante in passato e come incenso e oggi impiegata dagli abitanti del luogo per curare ferite, malattie delle vie respiratorie, eczemi e infezioni gastro-intestinali. La fauna è composta da 192 specie di uccelli, 235 coralli, 730 tipi di pesci e 300 tra gamberi, granchi e aragoste.
In copertina: foto di Andrey Kotov200514 da Wikimedia Commons