Febbraio è l’unico mese dell’anno che ha solo 28 giorni, che diventano 29 negli anni bisestili. Perché questo accade e non abbiamo meno mesi da 31 giorni, che potrebbero “bilanciare” il calendario?
Febbraio e le origini del calendario
Il calendario oggi utilizzato, è il calendario gregoriano, una riforma del calendario giuliano promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. che a sua volta derivava da antichi calendari romani.
Il calendario di Romolo aveva infatti soltanto dieci mesi con 30 e 31 giorni ciascuno, iniziava con il mese di marzo (Martius) e terminava con dicembre (December). Con Numa Pompilio iniziarono le prime modifiche ma i giorni variavano a seconda di quanti ne servivano per chiudere l’anno (in base al calendario lunare) e a volte era necessario aggiungere un mese in più, il mese Intercalare. Fu perciò Cesare a dargli la forma che conosciamo oggi. Dopo un soggiorno in Egitto capì che era meglio basarsi sul ciclo solare e non quello lunare. Febbraio rimase sempre più breve, ma raggiunse una lunghezza maggiore: 28 giorni, a volte 29.
Perché aggiungiamo a febbraio un giorno ogni quattro anni?
In realtà, viste le poche fonti a disposizione non è chiaro se originariamente febbraio contenesse 29 giorni o 28 sin dall’inizio. Secondo una leggenda, sembra che Augusto avesse rimosso il ventinovesimo giorno di febbraio per aggiungerlo al mese che portava il suo nome, agosto, in modo che il mese dedicato a Giulio Cesare, luglio, non fosse più lungo del suo.
Le spiegazioni sull’aggiunta del giorno però hanno anche una spiegazione scientifica. La Terra per girare intorno al sole impiega 365 giorni e 6 ore. Per comodità, un anno dura 365 giorni. Le 6 ore restanti in quattro anni danno origine a un altro giorno, che si aggiunge a febbraio perché è il mese più corto.
In copertina foto di tigerlily713 da Pixabay