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ANIMALI

Tartarughe Caretta Caretta: meno maschi a causa del riscaldamento globale

Nota anche come tartaruga marina comune, la Caretta Caretta è la specie di più diffusa nel Mediterraneo. A causa dell’inquinamento, specialmente della plastica in mare, della cattura accidentale e della distruzione dei nidi riproduttivi, tutte le 7 specie esistenti nel mondo sono a rischio estinzione. Il WWF afferma che, ogni anno, 150 mila esemplari siano vittima di bycatch e, di queste, circa 40 mila perdano la vita. Ma un altro fattore sta preoccupando; il riscaldamento globale. A causa delle elevate temperature, potrebbero nascere più femmine che maschi, contribuendo all’estinzione di alcune popolazioni.

Il riscaldamento globale potrebbe far nascere più tartarughe femmine che maschi contribuendone l’estinzione

Cosa c’entra il riscaldamento globale con il sesso delle tartarughe Caretta Caretta? Per chi non conoscesse il sistema di habitat e di riproduzione delle tartarughe, in questo caso della comune specie marina, dopo la riproduzione in acqua, le madri vanno a depositare le uova sulle spiagge; queste hanno un’incubazione tra il mese e mezzo e i 2 mesi circa. La sex-ratio del cucciolo di rettile poi dipenderà dalla temperatura del suolo per il periodo. Il Canadian Science Publishing (CSP) spiega, in un articolo del 1992, lo studio condotto in Florida sul Rapporto tra i sessi delle tartarughe marine caretta caretta: dati e stime da uno studio di 5 anni

Proprio così:  la temperatura del terreno determina il sesso delle tartarughe Caretta Caretta. Difatti, le uova protette ad una temperatura superiore ai 29°C, produrranno femmine; al di sotto di questi gradi, i cuccioli saranno maschi. Per questo motivo, più si alza la temperatura, più i gradi del suolo saranno alti, ergo più femmine rispetto ai maschi (fino a 99:1). Questo causerebbe uno scompenso enorme per le colonie delle tartarughe marine, andando a contribuire e a inficiare sulla loro estinzione.

Le specie di tartarughe marine esistenti e il grado di rischio estinzione

La tartaruga marina è amata e tutelata da numerose associazioni ed enti. Esiste anche il World Turtle Day – Giornata Mondiale della tartaruga, che si celebra il 23 maggio di ogni anno, per contrastare il commercio e lo sfruttamento di questi animali.

Ma, già a partire dal 1948, si è realizzato un sistema di classificazione degli animali e dei vegetali a rischio estinzione nel pianeta. Comprese le tartarughe, ovviamente. Si tratta della Lista Rossa IUCN (o Red List IUCN). All’interno, le tartarughe vengono divise in 3 gradi di rischio estinzione:

  1. Minacciate: come la Tartaruga Liuto; la più grande al mondo e anche rara. La  Testuggine raggiata, prossima all’estinzione. Mentre, la Tartaruga Embricata e quella di Kemp, sono fra le più vicine all’estinzione fra tutte le tartarughe marine, perché le loro uova vengono impiegate nel commercio culinario nonostante siano specie protette;
  2. In pericolo: si considerano tali i rettili sotto i 1000 esemplari viventi, quelli con una popolazione fra il 55 e l’80% e quelli che hanno una probabilità del 20% di estinguersi nelle prossime 5 generazioni. Tra queste, troviamo: proprio la Caretta Caretta e la tropicale Tartaruga Verde o Franca; la Tartaruga piatta, specialmente minacciata dalla caccia di uova e carne e la Tartaruga olivacea, una degli esemplari marini fra i più piccoli al mondo;
  3. Vulnerabili: quelle che hanno avuto una diminuzione di popolazione tra il 25 ed il 55% o sotto i 2500 esemplari. Fra queste: la Tartaruga gigante di Aldabra e laTartaruga Gigante delle Galapagos, entrambe di terra.

Successivamente, negli Anni Settanta, precisamente nel 1973, era stata creata la CITIES – Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione, precisamente a Washington.

La tartaruga marina comune, Caretta Caretta, si trova nelle acque di quasi tutto il globo; dall’Indiano al Pacifico, nell’Atlantico e nel Mar Nero e, ovviamente, nel Mediterraneo, soprattutto nella zona orientale. Nel Mare Nostrum, si contano circa 7 mila nidificazioni ogni anno.

Foto in copertina di Studio Mexico – Canva

Federica Felice

Giornalista praticante, con un background da Interior & Garden designer. Amante delle curiosità, creo Loisir Magazine, una rivista di svago, appunto.

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