Effettuare pagamenti contactless è una comodità. In pochi anni siamo passati dai circuiti delle carte di pagamento agli smartphone e smartwatch che permettono pagamenti sicuri e veloci senza doversi servire del portafoglio. Ora, grazie a un chip impiantato, in Svizzera si può pagare con la propria mano.
Il chip sotto pelle che permette i pagamenti
Un dispositivo di circa 800 franchi (tra spesa per il dispositivo e operazione d’innesto) che può essere messo nei polpastrelli o nel palmo della mano per dire addio alle carte e a tutto ciò che debba essere recuperato da tasche e borse. Per rendere più agevoli le operazioni quotidiane, il chip non si ferma solo ai pagamenti ma può essere programmato per aprire la porta di casa, della macchina o del garage.
Un 22enne zurighese se lo è già fatto impiantare, dichiarando “Penso sia fantastico perché se mi dovessero rubare tutto durante le vacanze, ho ancora i miei soldi con me”. L’operazione è stata effettuata dal chirurgo estetico Christian Köhler che ha pubblicizzato la procedura anche sul profilo Instagram del suo studio medico, incorrendo anche in qualche critica.
«Il progetto è stato sviluppato con un’azienda di Zugo», ha spiegato il chirurgo, specificando che «chi si fa impiantare un chip NFC lo fa in maniera volontaria».
La procedura ovviamente non è esente da rischi. Essendo il prodotto appena stato sviluppato e non conoscendone gli effetti a lungo termine all’interno del corpo umano, potrebbe infatti capitare, a lungo andare, che il chip si rompa, provocando possibili infezioni. Per questo motivo chi decide di farselo impiantare deve firmare un’informativa sui rischi e una dichiarazione di consenso, sollevando il chirurgo da eventuali responsabilità.
Come si fa a pagare con un chip?
Il dispositivo pesa meno di un grammo ed è grande come un chicco di riso. È composto da un microchip e un’antenna all’interno di un biopolimero, un materiale di origine naturale ma che ricorda la plastica. Funziona grazie alla modalità pre-paid e usa la tecnologia NFC, che si attiva solo quando si trova vicino a un lettore, per non essere tracciabile 24 ore su 24. La questione della privacy resta comunque uno dei dubbi da risolvere in quanto il dispositivo per pagare non specifica molto in merito.
Sebbene questa possibilità sembri una visione futuristica e per molti sia vista come un’esagerazione del progresso tecnologico, secondo un sondaggio europeo posto a quattromila persone, ben il 51% prenderebbe in considerazione l’idea di avere un chip sottopelle.